Come gestire gli insulti sul web

“L’insulto è la ricompensa abituale di un lavoro ben fatto”
(Bulgakov, Il maestro e Margherita, 1966/67).

Sei stato insultato sul web e adesso sei incazzato come un’ape? Benvenuto a bordo! Ovviamente ora vuoi sfoderare una risposta tagliente, bruciante, che rovesci il tuo aggressore dalla sedia. Ah, quanto ti capisco.

Intanto, fai un bel respiro e lascia passare un po’ di tempo, giusto quello che ti serve per leggere questo post e mandarmi al diavolo.

7 cose da non fare mai

Per iniziare, vediamo quali sono le sette cose da non fare mai per rispondere a un insulto su internet:

Non rspndr in modo Sgramaticato e impul sivo pk avresti solo l’effetto d sembrare 1 idiota. Preso dalla foga di contrattaccare potresti dimenticare la grammatica e la sintassi: un terribile autogol.
NON USARE LE MAIUSCOLEEEEE, magari con le lettere finali ripetute ad libitum. No, davvero: fai capire che hai perso il controllo. Una frase fatta di maiuscole a me dà l’idea di te che agiti le braccia e urli col volto paonazzo. Non è un bello spettacolo.
Non essere “sereno” né tanto meno “serenissimo”. A meno che tu non sia un Doge, mai mai mai e poi mai scrivere robe del tipo: “No ma guarda che io sono sereno”. Oh, ti prego! Basta! “Sereno/a” lo usa solo chi è incazzato come una bestia. Guarda i politici: quando salta fuori un megascandalo che ne distrugge la reputazione, un avviso di garanzia, una sconfitta bruciante, cosa corrono a scrivere su facebook? Ebbene sì, sempre. Patetico.
Giammai tu sia desueto. Acciocché l’affondo vada bene a segno, ricorda! A meno che non trattasi di una raffinata e vieppiù ermetica parodia del tuo vile aggressor marrano, abbia tu, o saggio amico, l’accortezza di evitare linguaggi eccessivamente desueti, altrimenti flagellerai le gonadi ai lettori, che poi parteggeranno per il tuo inimico. Chiaro? No? Per forza! Non so perché, ma sono tantissimi quelli che per darsi un tono rispondono agli insulti con frasi complicatissime e affettate, per scimmiottare la figura dell’uomo colto e superiore. Inutile.
Non fare la battutona. Magari una di quelle già sperimentate con successo in milioni di discussioni web, tipo: “Sei forse caduto dal passeggino da piccolo?”. Ahah, spassosissimo. Prendere in giro con l’ironia è bellissimo, ma è difficile. Se non padroneggi bene la cosa, semplicemente non lo fare.
Evita il brainstorming degli insulti. Ultimamente vanno molto le ingiurie in infilata, senza virgole, come ad esempio: “bastardo capra figliodixxxx marrano noncapisciuncXXX”. La tentazione è forte: lasciati andare allo shitstorming, sarai il principe del foro. Oppure no.
Metti un bel “mi piace” al tuo stesso commento di risposta e la gente proverà un misto di tenerezza e disprezzo nei tuoi confronti. Non lo fare mai.

Per contrattaccare in modo efficace devi abbandonare le reazioni isteriche e ispirarti ai grandi modelli della retorica. Io per esempio ne seguo due: Gianni Morandi e il mio maestro di scherma.

Il modello Gianni Morandi

gianni-morandi Gianni Morandi è un gran signore: risponde anche all’insulto più gretto con fermezza, gentilezza e semplicità. A certe provocazioni sul profilo facebook io e te avremmo risposto con ferocia o almeno con un po’ di sana ostilità. Lui niente: sempre garbato e solare.

Insomma, ne ha fatto uno stile per il quale è ammirato e seguito sul web; sì perché oltre a sminuire elegantemente chi lo attacca, risulta simpatico. Tante volte anche l’imperturbabile Gianni Morandi avrà avuto voglia di andare a spaccare il cranio a qualche maleducato con le sue mani-badile, però avrà fatto un bel respiro, scritto una risposta pacata e mandato “un abbraccio” al suo aggressore. E vince lui.

Ora, non ti sto dicendo di essere come Gianni Morandi: quello che funziona di più del suo stile è che è palesemente autentico. Lui è davvero così, non recita nessun ruolo. Però, ispirati! Dai un’occhiata alle sue risposte e gustane l’efficacia. Sì, perché con lo stile Morandi:

Offri un’immagine umile e signorile al tempo stesso
Ti togli il pensiero di trovare un buon insulto. Semplicemente, non ti serve
Diventi simpatico a chi ti legge
Fai rosicare il provocatore
Ridimensioni la portata dell’insulto: ti mostri tranquillo senza dover pietosamente scrivere che sei “sereno”

Il modello Cyrano De Bergerac

L’altro grande modello che seguo è il mio maestro di scherma. Se ci pensi, un diverbio è un duello combattuto con le parole (diverbio, dal latino, di(s) due e verbum, parola). Lo sapeva bene Cyrano De Bergerac, il temibile spadaccino che distruggeva con i suoi versi in rima chiunque lo prendesse in giro per il suo naso lungo. Il mio maestro non ha la verve di Cyrano, però in pedana come nella vita sa reagire meravigliosamente alle provocazioni. Mi ha insegnato ad essere cedevole e delicato, che non sembra una cosa particolarmente furba da fare quando hai in mano una sciabola. Lui però è così: più l’altro è aggressivo e sprezzante, più lui è vellutato. L’altro spara affondi a destra e sinistra e lui lo tocca appena al polso; l’altro si lamenta con l’arbitro e lui dice che sì, magari ha ragione. L’altro si fionda veloce come un treno e lui stende il braccio e lo tocca a spiedino. Vince sempre.

Se insultato, non cambia strategia. Rimane in elegante attesa, come i gatti, al massimo mette una parolina qua e là, e aspetta l’inevitabile passo falso dell’altro. Applica un principio comune ad un altro sport, il judo, o via della cedevolezza: sfruttare la forza dell’altro per il contrattacco. Funziona.

Sì, ma come si fa? Te lo racconto nel prossimo post, intanto medita su Gianni Morandi.

Se vuoi lascia un commento qui sotto, oppure insultami, così potremo mettere in pratica gli insegnamenti dei maestri.

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